martedì 7 febbraio 2012

Aggiornamento allerta meteo n.5

Un tentativo di allargare l'informazione circa la situazione meteo

Dal sito del Comune di Monte San Pietro

(QUI)

lunedì 6 febbraio 2012

Stupro e mezzi di informazione

Pubblichiamo volentieri un post di Giovanna Cosenza su due temi molto importanti, la violenza e il modo di comunicarla attraverso l'informazione, e conseguentemente la superficialita' dei nuovi media.
Nonostante tutto pero' e' un bene che se ne parli
http://giovannacosenza.wordpress.com/2012/02/06/strupro-di-gruppo-titoli-di-giornale-e-nervi-scoperti/

domenica 5 febbraio 2012

B come Bene

Prendiamo a prestito qualche definizione da un dizionario per parlarne.

"In modo buono, giusto, retto...... in modo soddisfacente, pienamente adeguato" possono essere definizioni di questa parola che amiamo.

Ma si presenta anche il sostantivo, "principio su cui si fonda l'ordine etico" - "Ciò che è buono, giusto e onesto" 

Poi si incontrano altri significati, contrapposti all'opposto, il male, e sono gli oggetti di diritti come i Beni culturali o i Beni pubblici, o quelli universali [che però non si trovano citati nel dizionario].

Si potrebbe parlare per ore della parola bene, e nonostante sia una parola così scontata, ci fermiamo poco a parlarne per spiegarne il senso.

Molti di noi pensano che determinate questioni o battaglie "a fin di bene" non sono altro che tentativi di imporre il "proprio concetto di bene" a scapito di altri che possono non vedere quel concetto di bene ai propri fini.

Per questo vorremmo parlare di "bene comune".
Il bene comune in sostanza non è un oggetto ma un criterio di valutazione : si persegue e quando si ottiene è sostanzialmente "una buona situazione" per la società nel suo complesso.
Conta molto quindi il benessere economico, ma soprattutto la sua distribuzione egualitaria, un buon grado di sicurezza personale, la diffusione della cultura, la solidarietà sociale e le libertà politiche [è quindi "bene"  che tra i ri-assunti delle fabbriche FIAT non vi sia nemmeno un operaio iscritto alla FIOM?].

Nel nostro sistema, cresciuto sotto il giogo culturale dell'economia moderna [dove il bene è rappresentato solo dalla ricchezza, dallo sviluppo e dal consumo], questi cosiddetti "valori" presuppongono un non-rapporto fra le persone, tutto in nome dell'efficienza.

Al contrario, il bene comune, richiama il "noi", il "nostro", che per definizione non è il "mio".
Non più quindi una somma di interessi privati ma una sottrazione, dove ciascuno rinuncia a qualcosa di privato e tutti assieme costruiamo il bene comune, che in un secondo momento darà vita anche ad un maggiore bene individuale per tutti.

Ci piacerebbe comunque, al di là di queste parole, che foste voi che ci leggete a definire il vostro senso di "bene", sia esso comune, pubblico o individuale.
Non abbiate paura al confronto, servirà a tutti noi [inteso come comunità di cittadini] ad arricchire questo bene comune, che è la libertà di espressione, e soprattutto a far capire a chi di noi vuole donare il proprio tempo all'attività politica, a tener conto delle ambizioni dei tanti per cercarne il minimo comune denominatore, e trovare attraverso un sano ed aperto confronto, una politica [locale e non solo] che faccia veramente il bene di tutti e che sappia superare, senza prevaricazioni, l'egoismo che spesso travalica in ognuno di noi il vero senso del "bene".






giovedì 19 gennaio 2012

A come Ambiente

In biologia, principalmente in ecologia, indica tutto ciò che può influire direttamente sul metabolismo o sul comportamento di un organismo o specie vivente, compresi luce, aria, acqua, terreno, e altri esseri viventi. (Wikipedia).

In politica significa avere una visione della somma dei comportamenti che l'uomo, come specie pensante, mette in atto per condizionarlo. Possono essere virtuosi o possono innescare una spirale perversa che consuma irreparabilmente le risorse primarie consegnando al futuro dei nostri figli, dei nostri nipoti un mondo peggiore.

Consumare o distruggere irresponsabilmente il pianeta che abitiamo non e'un fatto che riguarda gli altri, ma prima di tutto siamo noi, nella nostra quotidianita' a determinare il ritmo di questo consumo, e a stabilire quali eventi potranno succedersi nel tempo.

Prendiamo ad esempio solo uno dei punti tra i tanti che ci stanno a cuore per spiegare, o tentare di farlo, quali conseguenze ci attendono, nel breve ma anche nel lungo termine.

Visto che abbiamo cominciato dalla A parliamo di Acqua.
A molti puo' sembrare che i referendum sulla liberalizzazione di questo bene primario siano sembrati come una battaglia di qualche partito contro altri, noi invece abbiamo un'altra convinzione.
Ma per non avvilupparci in una discussione complessa ed articolata, come questo problema richiederebbe, ci limitiamo fare notare una questione molto semplice.

Una società privata ha come scopo primario la generazione di profitto, ovvero fare soldi, una società pubblica ha viceversa l'obbligo di avere il suo bilancio in pareggio.

Questo dovrebbe bastare per fare capire che la privatizzazione di questo bene primario e' volta non a dare un servizio migliore, ma a mettere le mani su una risorsa di cui non se ne puo' fare a meno [a meno di non immaginare di ritornare a lavare i panni nel Lavino come negli anni 60] per generare profitti da compensare i gia' pingui guadagni dei manager che gestiscono questa societa'.

Quindi, le tariffe che oggi pagheremmo per arrivare al pareggio di bilancio [se gestita da una societa' pubblica] sarebbero sufficienti per accontentare la logica di profitto di una societa' privata?

Lasciamo a voi la risposta